Cenni biografici

“… Ogni artista è specchio del luogo in cui risiede; ogni essere umano lo è, svezzato dai paesaggi che lo circondano, nella misura in cui i fiori si nutrono e assumono sostanze diverse in base al terreno in cui mettono radici.
Nella nostra chiave di lettura sono gli artisti a rendere omaggio alla propria terra mettendo all’interno delle loro opere l’ispirazione naturalmente cullata dal paesaggio ed è forse per questo che il Mugello può vantare una “flora” così cospicua, che sfoggia una tradizione artistica eccellente.
È sempre dalla linfa vitale di questa meravigliosa natura pulsante che nasce la pittura di Caterina Pecorini, una raccolta di dettagli che rimandano alla complessità delle linee paesaggistiche della valle, passione per il colore e densità di contrasti cromatici incanalata in tele che ci propongono istantanee senza tempo.
È pittura nell’accezione più sincera del termine, quella che risulta poco aderente al contesto artistico del nuovo millennio.
È un percorso complesso e ostinato che porta l’artista a laurearsi presso l’Accademia delle Belle arti di Firenze – nella pienezza del figurativo- con il massimo dei voti, per poi frequentare l’Accademia delle Belle Arti di Bologna – predominante tendenza informale, ambiente molto più vicino alla poetica dell’arte contemporanea- e a prendere la Laurea della specializzazione nel 2011 con 110e lode/110. La pittura è quindi una scelta traboccante di cognizione, attuata nella vasta gamma di possibilità che il panorama artistico offre e suggerisce; ogni pennellata è svincolata dalla tendenza internazionale e dal canale suggerito dai più importanti eventi artistici.

Ora chiedetevi: se un intera piazza gremita di gente è rivolta verso un grande schermo osservato con attenzione perché quel che vien trasmesso viene definito come  traccia importante di umanità, chi osserva altro, nonostante conosca i motivi della trasmissione, perché lo fa? immaginate queste poche persone che guardano altrove in mezzo ad uno sguardo collettivo unidirezionale, volti angolati in contrasto con la serialità prospettica.
C’è solo una spiegazione: Passione; forse quando siamo impegnati ad osservare delle “immagini correnti”, è importante che qualcuno catturi anche quel che ci perdiamo nel mentre…..”

Prof. G. Calambari